Ateobus 2, il sequel

Visto che l’ateobus è in circolazione a Genova con un messaggio “di scorta”, perché quello originariamente approvato dall’UAAR è stato bocciato dalla concessionaria di pubblicità, e gli sforzi per trovare altre concessionarie di pubblicità in Italia disposte a diffonderlo sono risultati vani, sul sito dell’UAAR è stato lanciato un “concorso” informale per i nuovi slogan da far circolare sugli ateobus.

Ecco le mie due proposte:

Chi ha paura che Dio non esista?
(grande e in neretto)

La campagna goliardica con cui l’UAAR annunciava l’inesistenza di Dio è stata censurata, come se si trattasse di una verità pericolosa, da occultare.
(sotto, più in piccolo)

OPPURE

Dio non esiste
(grandissimo e in neretto)

secondo me
(subito sotto, in piccolo)

Campagna dell’Unione Atei e Agnostici Razionalisti
per ricordare che in base alla Costituzione Italiana
tutte le opinioni sull’esistenza di qualsivoglia divinità ultraterrena
hanno diritto di cittadinanza e sono egualmente legittime
(ancora più sotto, in corsivo)

La seconda proposta mette formalmente a tacere le contestazioni usate dalla IGP Decaux per bocciare la prima versione sulla base del famoso “codice di autodisciplina”:
«Tali messaggi devono riportare l’identità dell’autore e del beneficiario della richiesta, nonché l’obiettivo sociale che si intende raggiungere.
I promotori di detti messaggi possono esprimere liberamente le proprie opinioni sul tema trattato, ma deve risultare chiaramente che trattasi di opinioni dei medesimi promotori e non di fatti accertati».

Mi è apparso Dio, e mi ha detto…

Sono profondamente scosso, tremo tutto, e ripenso a quello che mi è appena successo.

Dopo una vita intera da senzadio ho appena vissuto l’esperienza più sconvolgente che si possa immaginare: mentre in cucina stavo per mettermi ai fornelli mi è apparso Dio — a me! Che mi definivo agnostico tendente all’ateo — e mi ha detto con voce serena, ma ferma e decisa, mentre tutto ciò che avevo intorno si faceva al tempo stesso brillante, ovattato e confuso:

“Io non esisto”.

L’ho guardato attònito, chiedendomi se dovevo inginocchiarmi, e subito accorgendomi che ero già ai suoi piedi tutto tremante, e a quel punto ha aggiunto:

“Abbi fede. E comportati bene.”

Un residuo di quello che sono stato fino a ieri, fino a stamattina, fino a pochi istanti fa, ha avuto l’ardire di chiedere alla visione celestiale, mentre cercavo di mordermi la lingua: “Ma tu chi sei? Chi ha ragione: i cristiani, i musulmani, gli ebrei…” e lui mi ha interrotto con una potentissima risata, che mi ha stordito ancor più, e mi ha detto: “Allora non mi hai ascoltato, povera creatura: io non sono, non esisto. Devi rinunciare a tentare di capire, ci vuole fede”.

Thank you Mister President

Sembra che a Washington, il giorno dell’inaugurazione del nuovo presidente degli Stati Uniti d’America l’ateobus dell’UAAR che a Genova non hanno voluto sia passato dal Mall: il nuovo presidente Barack Hussein Obama si è infatti rivolto ai credenti di tutte le fedi religiose e anche – per la prima volta nella storia della Presidenza USA – ai non credenti.

Thank you Mister President, a nome degli agnostici e degli atei.

Le vie del signore sono infinite, ma l’ateobus non passa mai

E così l’affermazione “Dio non esiste” merita di essere censurata, perché contraria alla pubblica morale, o qualcosa del genere. In Italia. Nel 2009.
E’ su questa base che la concessionaria di pubblicità IGP di Milano, che gestisce le affissioni sulla rete dei trasporti pubblici di Genova, ha censurato la campagna pubblicitaria promossa dall’Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti per affermare appunto la visione atea del mondo, con il cosiddetto Ateo-bus.

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La motivazione formale fa riferimento al Codice di autodisciplina pubblicitaria, che prescrive:

Art. 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona
La comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose dei cittadini. Essa deve rispettare la dignità della persona umana in tutte le sue forme ed espressioni.
[…]
Art. 46 – Appelli al pubblico
È soggetto alle norme del presente Codice qualunque messaggio volto a sensibilizzare il pubblico su temi di interesse sociale, anche specifici, o che sollecita, direttamente o indirettamente, il volontario apporto di contribuzioni di qualsiasi natura, finalizzate al raggiungimento di obiettivi di carattere sociale.
Tali messaggi devono riportare l’identità dell’autore e del beneficiario della richiesta, nonché l’obiettivo sociale che si intende raggiungere.
I promotori di detti messaggi possono esprimere liberamente le proprie opinioni sul tema trattato, ma deve risultare chiaramente che trattasi di opinioni dei medesimi promotori e non di fatti accertati.

Io amo definirmi “agnostico, tendente all’ateo”, faccio parte da poco dell’UAAR: ho subito pensato che l’affermazione “Dio non esiste” è sbagliata.
Non perché sia falsa (e tantomeno “ingannevole”, come ha preteso di denunciare un senatore di AN al Garante della concorrenza e del Mercato), ma semplicemente perché si pone esattamente sullo stesso terreno dell’affermazione uguale e contraria: per affermare che Dio esiste o non esiste occorre un atto di fede, perché non è ipotizzabile alcuna dimostrazione razionale, empirica o confortata da sufficienti dati frutto dell’esperienza, né in un verso né nell’altro.

Però sono convinto che contestarne la legittimità – o peggio ancora censurarla – sia ancor più sbagliato.

Nel caso specifico, poi, mi chiedo: se si tratta di autodisciplina, c’è qualcuno che ha diritto di imporne il rispetto a qualcun altro? Un concessionario di pubblicità può applicarlo a propria discrezione?
Se è così c’è qualcosa che non va… Quantomeno va trasformato il nome chiamandolo codice di disciplina tout-court.

Ma questi sono formalismi…

Il succo è che leggendo e rileggendo il testo dell’annuncio bocciato (“La cattiva notizia è che Dio non esiste. La buona notizia è che non ne hai bisogno”) continuo a trovare che la bocciatura sulla base di quegli articoli sia pretestuosa e ipocrita.

Ho proposto ai membri dell’UAAR Milano, attraverso la mailng list interna, di reagire nel modo più semplice, che penso sia anche il più efficace per dimostrare che di censura si tratta, perché è la censura che vuole e chiede a gran voce la Chiesa Cattolica (in Italia, nel 2009): modificare il testo dell’annuncio per far sì che diventi impossibile appigliarsi a quel codice.

Il nuovo testo potrebbe essere:


Dio non esiste

(secondo me)

Campagna dell’Unione Atei e Agnostici Razionalisti
per ricordare che in base alla Costituzione Italiana
tutte le opinioni sull’esistenza di qualsivoglia divinità ultraterrena
hanno diritto di cittadinanza e sono egualmente legittime

Il cardinale di Genova, Bagnasco

Il cardinale di Genova, Bagnasco


Torno a dire che io personalmente sono agnostico, ma sono convinto che il vero problema dell’Italia di oggi sia la sempre più evidente impossibilità di esprimere qualsiasi posizione in contrasto con il pensiero unico dettato da Oltretevere, e di vivere rispettando convinzioni morali e religiose diverse da quelle dettate dalle gerarchie cattoliche, che sembrano voler tornare al Medioevo alla massima velocità possibile.

E io mi chiedo: chi ha paura che Dio non esista? Davvero uno può perdere la fede per colpa di una pubblicità sugli autobus?
Secondo me, se Dio esiste in questi casi è lì che si tormenta: “Perché sono circondato da imbecilli che si sentono sempre in dovere di difendermi anche dove non ce n’è alcun bisogno, con tutto il bene che c’è da fare al mondo? Tutti sono liberi di credere che io non esista: se poi nella vita terrena si comportano da brave persone troverò un posticino anche per loro nel Regno dei Cieli”.

In fondo, se Dio esiste è un buon diavolo, no?

Lo “sbattezzo” italiano crea il panico negli USA

Ecco una notizia interessante dal sito dell’Unione Atei e Agnostici Razionalisti, di cui faccio parte:

In questi giorni un certo numero di siti cristiani USA (WorldNetDaily, Alliance Alert, The Reformed Pastor…) sta diffondendo la notizia che l’UAAR ha rinunciato a ottenere la messa al bando del battesimo. Lo scopo della notizia, apparentemente, è di mettere in guardia gli americani affinché lo stesso tentativo non sia messo in atto oltreoceano. La ‘fonte’ pare sia un politico grossetano della Rosa Bianca, l’avvocato Gianfranco Amato, che si sarebbe legato a uno staff di legali cristiani dell’Arizona, l’Alliance Defense Fund, già attivamente impegnato contro la legalizzazione dei matrimoni omosessuali e “per il diritto di diffondere la Verità”.
Le informazioni contengono numerose imprecisioni: troppe per non pensare che siano volute. Già l’occhiello viene smentito dal testo, secondo cui l’UAAR vorrebbe mettere al bando il pedobattesimo, e non il battesimo tout-court. Benché auspicabile (ma per libera convinzione dei genitori), le iniziative legali UAAR non hanno mai avuto questo fine. Lo scopo della campagna UAAR è di far venir meno gli effetti civili del pedobattesimo, che consistono nell’appartenenza alla Chiesa cattolica e nella presa d’atto, da parte della giurisprudenza italiana, che i battezzati cattolici sono tenuti a essere “sudditi e sottomessi” alle gerarchie ecclesiastiche.
Inoltre, l’unica iniziativa UAAR inerente lo sbattezzo che sia giunta davanti a un tribunale risale a otto anni fa, e non ci risulta che l’organizzazione USA sia intervenuta nel procedimento. Né, infine, l’iniziativa fu avviata come UAAR: fu infatti promossa personalmente (perché non si poteva fare altrimenti) dall’allora segretario Luciano Franceschetti.
La campagna UAAR ha già ricevuto una significativa attenzione all’estero (Wired, Arte), ed è probabile che il lancio della giornata dello sbattezzo, in programma il prossimo 25 ottobre, abbia contribuito a generare questa improvvisa alzata di scudi. Nulla di male, noi per primi siamo per la libertà di espressione: purché non si raccontino falsità.

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