E così l’affermazione “Dio non esiste” merita di essere censurata, perché contraria alla pubblica morale, o qualcosa del genere. In Italia. Nel 2009.
E’ su questa base che la concessionaria di pubblicità IGP di Milano, che gestisce le affissioni sulla rete dei trasporti pubblici di Genova, ha censurato la campagna pubblicitaria promossa dall’Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti per affermare appunto la visione atea del mondo, con il cosiddetto Ateo-bus.
La motivazione formale fa riferimento al Codice di autodisciplina pubblicitaria, che prescrive:
Art. 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona
La comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose dei cittadini. Essa deve rispettare la dignità della persona umana in tutte le sue forme ed espressioni.
[…]
Art. 46 – Appelli al pubblico
È soggetto alle norme del presente Codice qualunque messaggio volto a sensibilizzare il pubblico su temi di interesse sociale, anche specifici, o che sollecita, direttamente o indirettamente, il volontario apporto di contribuzioni di qualsiasi natura, finalizzate al raggiungimento di obiettivi di carattere sociale.
Tali messaggi devono riportare l’identità dell’autore e del beneficiario della richiesta, nonché l’obiettivo sociale che si intende raggiungere.
I promotori di detti messaggi possono esprimere liberamente le proprie opinioni sul tema trattato, ma deve risultare chiaramente che trattasi di opinioni dei medesimi promotori e non di fatti accertati.
Io amo definirmi “agnostico, tendente all’ateo”, faccio parte da poco dell’UAAR: ho subito pensato che l’affermazione “Dio non esiste” è sbagliata.
Non perché sia falsa (e tantomeno “ingannevole”, come ha preteso di denunciare un senatore di AN al Garante della concorrenza e del Mercato), ma semplicemente perché si pone esattamente sullo stesso terreno dell’affermazione uguale e contraria: per affermare che Dio esiste o non esiste occorre un atto di fede, perché non è ipotizzabile alcuna dimostrazione razionale, empirica o confortata da sufficienti dati frutto dell’esperienza, né in un verso né nell’altro.
Però sono convinto che contestarne la legittimità – o peggio ancora censurarla – sia ancor più sbagliato.
Nel caso specifico, poi, mi chiedo: se si tratta di autodisciplina, c’è qualcuno che ha diritto di imporne il rispetto a qualcun altro? Un concessionario di pubblicità può applicarlo a propria discrezione?
Se è così c’è qualcosa che non va… Quantomeno va trasformato il nome chiamandolo codice di disciplina tout-court.
Ma questi sono formalismi…
Il succo è che leggendo e rileggendo il testo dell’annuncio bocciato (“La cattiva notizia è che Dio non esiste. La buona notizia è che non ne hai bisogno”) continuo a trovare che la bocciatura sulla base di quegli articoli sia pretestuosa e ipocrita.
Ho proposto ai membri dell’UAAR Milano, attraverso la mailng list interna, di reagire nel modo più semplice, che penso sia anche il più efficace per dimostrare che di censura si tratta, perché è la censura che vuole e chiede a gran voce la Chiesa Cattolica (in Italia, nel 2009): modificare il testo dell’annuncio per far sì che diventi impossibile appigliarsi a quel codice.
Il nuovo testo potrebbe essere:
Dio non esiste
(secondo me)
Campagna dell’Unione Atei e Agnostici Razionalisti
per ricordare che in base alla Costituzione Italiana
tutte le opinioni sull’esistenza di qualsivoglia divinità ultraterrena
hanno diritto di cittadinanza e sono egualmente legittime
Il cardinale di Genova, Bagnasco
Torno a dire che io personalmente sono agnostico, ma sono convinto che il vero problema dell’Italia di oggi sia la sempre più evidente impossibilità di esprimere qualsiasi posizione in contrasto con il pensiero unico dettato da Oltretevere, e di vivere rispettando convinzioni morali e religiose diverse da quelle dettate dalle gerarchie cattoliche, che sembrano voler tornare al Medioevo alla massima velocità possibile.
E io mi chiedo: chi ha paura che Dio non esista? Davvero uno può perdere la fede per colpa di una pubblicità sugli autobus?
Secondo me, se Dio esiste in questi casi è lì che si tormenta: “Perché sono circondato da imbecilli che si sentono sempre in dovere di difendermi anche dove non ce n’è alcun bisogno, con tutto il bene che c’è da fare al mondo? Tutti sono liberi di credere che io non esista: se poi nella vita terrena si comportano da brave persone troverò un posticino anche per loro nel Regno dei Cieli”.
In fondo, se Dio esiste è un buon diavolo, no?
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