Ignazio Marino: «Il PD deve essere un partito di sinistra»

Non sono ancora partito (ma giuro che la prendo la tessera) – 2

Oggi sono finito sull’Unità con la mia odissea alla ricerca del circolo del PD Giambellino, e sono riuscito a far arrabbiare i due gentili iscritti (una dei quali è la portavoce del circolo) che si sono prodigati – in un contesto generale a dir poco inefficiente, e certo non rispondente ai proclami nazionali – per permettermi di iscrivermi (spero di riuscire a farlo domani sera).

Domani cercherò anche un modo garbato e cortese per spiegare alla portavoce del circolo, che in risposta all’articolo dell’Unità ha scritto un commento piccato, che la sua reazione avrebbe avuto un altro significato se si fosse anche premurata non dico di correggere subito gli indirizzi errati tuttora segnalati sui siti nazionale e milanese del PD, ma almeno di fornire – giacché scriveva una lettera a un giornale – un qualche diavolo di recapito a chi si trovasse nella mia identica situazione in futuro. Invece no, né un indirizzo fisico (con i prossimi orari di apertura previsti) né una e-mail né un numero di telefono…

Ero al telefono di nuovo con la collega giornalista dell’Unità, verso le 6, quando è entrata in redazione una amica che non vedevo da tempo e mi ha ringraziato per averle risparmiato una perdita di tempo: se non avesse letto l’Unità sarebbe andata anche lei proprio stamattina in Via Tolstoi, a prendere la tessera per sostenere Marino, e sarebbe finita come me a interrogarsi sulla scomparsa del circolo.

Comunque sono di buon umore, e in vista del fatidico giorno in cui varcherò la soglia di una ex sede della Democrazia Cristiana per prendere la tessera, ho trovato divertente comporre questi messaggi, visto che il primo sta avendo un discreto successo:

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E auguriamoci che rimbalzi!

L’amaca di Michele Serra di oggi, 31 dicembre 2008:

Vorrei fare gli auguri per l’anno nuovo a chi ne ha più bisogno: la sinistra italiana.
Non saprei a che indirizzo spedirli. La mesta diaspora che pareva arginata dalla nascita del Pd, casa comune di capienti mura, è ripresa come prima e più di prima.
All’interno del Pd si litiga che è una meraviglia: tra vecchi e giovani, laici e cattolici, riformisti e riformisti (quella parola, in Italia, è come la nebbia: finché non si dirada, non si capisce nemmeno dove ci si trova…) Fuori dai confini del Pd, nella landa esule ma tutt’altro che ammutolita della sinistra-sinistra, ci si divide con foga immutata e se possibile rinfocolata, piccoli giornali indebitati si rinfacciano con astio “errori di linea” come nei tempi bacucchi dei nonni scissionisti, e la leadership di partiti in briciole viene contesa come se fosse Excalibur.
E dunque, in mancanza di un domicilio che sia almeno rintracciabile dal postino, spedisco i miei auguri alla sinistra delle persone, che è depressa ma viva e vegeta, dispersa ma presente, confusa ma pensante. Molti di loro considerano il 2008 il picco politico più basso da parecchio tempo a questa parte. Così come ci sono, in Borsa, i “rimbalzi tecnici”, chissà che il 2009 non sia costretto a registrare un suo rimbalzo politico, per il semplice fatto che peggio di così è difficile che vada…

Auguri!

E se qualcuno ha una ricetta da proporre lo invito a unirsi al gruppo di Facebook:
Se ti dico che SONO DI SINISTRA, tu che cosa capisci?

Risonanza magnetica al seggio

Scrive Daniela nel suo blog su Mente e Psiche:

Esiste davvero un “cervello di sinistra” e un “cervello di destra”? Ovviamente non sto parlando di lateralizzazione anatomica, ma di orientamento elettorale. Sembrerebbe proprio di sì, a leggere quando scrivevano David Amodio e colleghi su Nature Neuroscience nel settembre scorso: “Politologi e psicologi hanno notato che in media i conservatori mostrano stili cognitivi più strutturati e persistenti, mentre i liberali [nota: io direi “progressisti”] rispondono di più alla complessità, all’ambiguità e alla novità dell’informazione”. Lo studio ha utilizzato la tecnica dei potenziali evocati per dimostrare che, in effetti, le persone più liberali mostrano una maggiore sensibilità cognitiva agli stimoli che chiedono di alterare lo schema abituale di risposta. Come a dire, hanno il cervello più “flessibile”…
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