Un giorno vennero…

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari,
e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei,
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.

(erroneamente attribuita – vedi commenti –  a)   Bertolt Brecht

Le scommesse vinte del fantastico dottor Gino

La settimana scorsa sono stato a Venezia per seguire una conferenza internazionale sulla salute in Africa indetta da Emergency, e ho avuto occasione di intervistare a lungo Gino Strada, nella bella e semplice casa, affacciata su un tranquillo canale, in cui vive con la moglie Teresa.

Lo conoscevo già, per averlo intervistato al telefono satellitare da Kabul nel gennaio del 2003, mentre nell’imminenza dell’invasione anglo-americana (e in minor misura italiana) trattava con l’allora ministro di Saddam Hussein, Tarek Aziz, per avere in gestione a Baghdad una struttura nella quale organizzare l’assistenza medica ai feriti di ogni origine e appartenenza politica, sociale, etnica e religiosa, come Emergency ha sempre fatto. Ne avevo scritto un articolo per il British Medical Journal (una delle riviste mediche più lette e apprezzate al mondo) del quale sono molto fiero.

L\'articolo del 2003 del BMJ dedicato a Gino Strada

In questa occasione ho finalmente avuto modo di fare una lunga e rilassata chiacchierata con lui, e con gli altri medici e volontari che via via affluivano in casa provenienti dagli ospedali che Emergency gestisce nel mondo, dall’Afghanistan al Sudan appunto, in vista della conferenza che sarebbe iniziata l’indomani sulla meravigliosa isola di San Servolo, con la partecipazione di un gran numero di esponenti di governi africani.

La conferenza è stata l’occasione per presentare gli eccezionali risultati ottenuti dall’ospedale cardiochirurgico Salam costruito nei dintorni di Karthoum, in Sudan, dove nel primo anno di attività sono stati realizzati 525 interventi – tutti gratuiti – con una mortalità addirittura inferiore a quella dei migliori centri occidentali, a dispetto della maggior gravità generale del quadro clinico dei giovani e denutriti pazienti africani (Il British Medical Journal ha pubblicato proprio oggi un mio articolo centrato su questo).

Ed è stata anche l’occasione per Gino Strada per spiegare la sua visione – rivoluzionaria, anche se basata su principi vecchi di millenni che risalgono al giuramento di Ippocrate – di una sanità africana basata sui diritti umani, i cui valori guida siano qualità, equità e responsabilità sociale.

E visto che siamo in periodo di dichiarazioni dei redditi, lo dico chiaro e tondo: credo che sia difficile trovare migliore destinazione per il mio 5 x 1.000 (il loro codice fiscale è 971 471 101 55).

Allego infine il commovente video della prima operazione realizzata nell’aprile del 2007 nel Centro Salam: la sostituzione di una valvola cardiaca in una ragazza quattordicenne colpita dalla assai diffusa febbre reumatica.