I medici di Guantanamo tra divisa e camice bianco

La recente pubblicazione del “memo” sulla base del quale l’Amministrazione Bush dopo l’11 setembre 2001 ha a lungo sospeso gran parte dei diritti civili dei cittadini americani, e autorizzato ogni nefandezza a danno di tutti gli altri nel nome della “sicurezza nazionale” mi offre l’occasione per affrontare il tema del coinvolgimento diretto dei medici negli interrogatori dei prigionieri sospettati di terrorismo, in cui è assodato che sono stati adottati veri e propri metodi di tortura, in violazione delle convenzioni internazionali.

Accanto a questo, i medici militari sottoposti alla pressione da un lato della deontologia medica e dall’altra delle loro gerarchie hanno accettato che alla loro nobile professione venisse sottratta l’etica, quando a Guantanamo hanno accettato di sottoporre sistematicamente a nutrizione forzata tutti i detenuti in sciopero della fame, a dispetto di vari pronunciamenti delle principali associazioni mediche del mondo, America compresa.

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TORTURA – MEDICI ARRUOLATI
ALMENO VENTI PRIGIONIERI DI GUANTANAMO BAY STANNO FACENDO LO SCIOPERO DELLA FAME CONTRO LE CONDIZIONI «INUMANE E DEGRADANTI» IN CUI VENGONO DETENUTI.
LA NUTRIZIONE FORZATA A CUI SONO SOTTOPOSTI PER EVITARNE LA MORTE – ED EVITARE LE PROTESTE INTERNAZIONALI – CON LA COLLABORAZIONE DEI MEDICI DELLA BASE È UN’ULTERIORE FORMA DI TORTURA?

Sono venti i prigionieri di Guantanamo Bay che stanno facendo lo sciopero della fame, una forma di protesta molto usata fin dall’apertura del supercarcere americano in terra cubana. Usata ma poco efficace, dal momento che i carcerieri procedono senza troppi scrupoli alla nutrizione forzata, con l’assistenza di medici compiacenti.
Nelle scorse settimane la questione è stata nuovamente posta all’attenzione dell’opinione pubblica americana per il caso molto particolare di Sami al-Hajj, «prigioniero 345», che da oltre un anno sta facendo ricorso a questa forma estrema di ribellione.

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